Perchè le api sciamano.
Aiuto, è pieno di api sulla mia finestra!
In giardino ci sono migliaia di api, non riesco ad uscire di casa!
Il balcone è invaso, ho paura!
Quante volte abbiamo sentito queste parole al telefono? Tantissime.
Ogni anno in questo periodo ci arrivano centinaia di telefonate, a volta anche più di 3 al giorno. Ora vi raccontiamo cosa rispondiamo e come mai chiamano proprio noi.

Api o vespe?
Innanzitutto è bene capire se si tratta veramente di api.
Potrebbero essere vespe, o calabroni.
Ovviamente se potete fare delle foto, sia del gruppo sia dei singoli insetti che magari trovate morti per terra, è meglio così lo capiamo subito. Altrimenti avremmo bisogno almeno una delle seguenti informazioni.
Mi raccomando, in nessun caso dovete avvicinarvi troppo al nido, può essere veramente molto pericoloso per la vostra incolumità.
- A. Dove si torva il nido? In alto, in basso, sotto terra? Se gli insetti escono da un buco sul terreno ad esempio possono essere particolari tipi di vespe o bombi.
- B. Come è fatto il nido? Se i favi sono verticali sono api, se sono orizzontali sono probabilmente vespe. Se il nido è chiuso e gli insetti escono da un buchino allora forse sono calabroni.
Poi ci sono altre informazioni che vi aiutano a capire se si tratta di api o di vespe ma bisognerebbe essere abbastanza vicini e non ve lo consiglio.

Se voi aveste una maschera da apicoltore (chiusa bene) allora potreste armarvi di coraggio e guardare più da vicino.
Potreste osservare se il nido è di cera o di cartone.
- Quello di cera è fatto dalle api ed è giallo chiaro o scuro,
- quello di cartone è costruito dalle vespe e dai calabroni ed è beige o marrancio.
Entrambi hanno delle bellissime sfumature. In linea di massima (nelle specie più diffuse nella nostra zona), l’ape poi ha un colore più ambrato e caldo, la vespa più un giallo acido, ed è più lunga, fine e liscia. Api e vespe si possono distinguere anche dal tipo di volo. Ma per queste questioni più tecniche vi consigliamo di leggere il nostro articolo sulle DIFFERENZE TRA VESPE E API.

Uccidere le api è reato!
Bene, abbiamo capito che quando trovate uno sciame di insetti in casa è molto importante capire se sono vespe o api, ma perché? Ed ecco che ci addentriamo nella seconda domanda: Chi chiamo se trovo delle api in casa mia? Chi posso chiamare per recuperare uno sciame?
Beh, dovete sapere che per fortuna, le api sono un’animale protetto e per questo motivo è severamente vietato ucciderle. Se si uccide un alveare si può incorrere in una sanzione di 4000€ e anche in un arresto.
È per questo che, se si tratta di api, si chiamano gli apicoltori, che le recupereranno senza ucciderle. Potete chiamare anche i vigili del fuoco ma poi loro, comunque, chiameranno un apicoltore.
Anche se trovate un nido di vespe nel vostro giardino si può chiamare un apicoltore , non è detto, ma solitamente è attrezzato per recuperarlo.
Noi recuperiamo entrambi, sia nidi di vespe sia nidi di api, se abbiamo tempo. =)

Cose che non sapevi sulle api.
Bene ma adesso veniamo alla parte interessante: perché le api sciamano?
Si può dire che le api che sciamano stanno scappando perché non si trovano più bene dove stanno? Ni.
È una questione complessa ma mooooolto interessante, datevi 3 minuti per leggere queste righe, non ve ne pentirete. Le informazioni che vi racconteremo rientrano tranquillamente nell’ambito delle cose incredibili che non sapevi sulle api e che puoi tirare fuori in mancanza di argomenti ad un aperitivo facendo un enorme figurone! Se poi hai bisogno di nuovi spunti per addormentare i bimbi la notte non c’è storia, le api vincono sempre!

Perchè le api sciamano?
Ogni anno, in questo periodo, (aprile / maggio) le api si preparano per il raccolto. Comincia il caldo, i fiori sbocciano in gran quantità, viene voglia un po’ a tutte di uscire ad impollinare qualche fiore. La regina sente tutto questo e si applica a deporre più uova.
Un Regina può arrivare a deporre anche 2000 uova al giorno.
Calcolando che un’ape operaia ci mette circa 18 giorni per nascere..
(15 la regina e 21 i fuchi) capiamo bene che in pochissimi giorni una famiglia di api può diventare molto numerosa, troppo numerosa.
Le famiglie di api in questo periodo arrivano anche a 60.000 esemplari.
E qual’è il problema? Più siamo meglio è vero? No, ecco, diciamo che è bello essere in tanti ma…fino ad un certo punto.
Dovete sapere che la vita all’interno dell’alveare è letteralmente comandata dalla Regina. È lei che dice a tutti cosa devono fare e per farlo usa i suoi ormoni. I comandi della regina, che emette attraverso gli ormoni, vengono diffusi dalle api cortigiane che, passando vicino alla regina la leccano e poi con la trofallassi (scambio di cibo tra ape e ape) li passano alle altre api. Ovviamente in questo modo i messaggi vengono via via diluiti. Le più vicine lo sentono più forte le lontane (proprio fisicamente) può essere che non arrivano a ricevere bene il messaggio e che quindi si sentono per così dire orfane oppure cominciano a pensare che la regina non sia abbastanza forte perché emette messaggi ( alias ormoni) deboli. Ed effettivamente, con l’invecchiamento le regine emettono sempre meno ormoni.
Cosa fanno quindi queste api che “non sei sentono rappresentate”?
Cominciano a predisporre celle reali (che sono diverse dalle celle per le api normali). Se la regina depone le uova in queste celle verticali le api le nutrono di pappa reale e così fanno nascere delle nuove regine.

Come nasce una Regina?
Per correttezza è giusto precisare che tutte le larve vengono nutrite con pappa reale, ma solo per i primi 3 giorni. Quelle larve che invece sono state prescelte per diventare regine verranno alimentate sempre e solo a Pappareale ed è proprio questo e nient’altro che farà di loro delle aspiranti Regine.
Ci sono un sacco di altre cose interessantissime sulle Regine e sul Magico mondo delle api ma per questo vi consigliamo di leggere il nostro articolo su IL MAGICO MONDO DELLE REGINE.
Perché vi sto raccontando questo però?
Perché questo, insieme ad altri fattori concomitanti (come appunto l’età di una regina, gli sbalzi climatici, o la mancanza di acqua o di cibo) è tra i principali motivo della cosiddetta FEBBRE DI SCIAMATURA, che investe gli alveari e gli fa venire voglia di spostarsi. In poche parole si tratta di spazio, come dicevamo prima: più siamo meglio è? No diciamo che dopo le 60.000 unità si comincia a stare un po’ strettine.

Se ci sono troppe api in un’arnia cosa succede?
IL VIAGGIO DELLA VECCHIA REGINA!
Come abbiamo spiegato nell’altro capitolo, quando una famiglia di api cresce troppo si fa nascere una nuova regina. A questo punto, se le condizioni sono favorevoli, la vecchia regina se ne va e si porta dietro circa metà delle api presenti nell’alveare.
Ovviamente le api, prima di partire, si riempiono ben bene le sacche mellifere di miele così se ne possono stare tranquille per qualche giorno, fino a che non trovano la nuova casa.
Questo miele servirà come scorta di cibo ma soprattutto per fare la prima cera che serve per costruire la loro nuova casa.
Per produrre 1kg di cera le api mangiano circa 10kg di miele.
Tutte tranne le regina, mi raccomando, come abbiamo visto lei mangia solo pappa reale.
Cosa succede alla vecchia regina e alle sue amiche? Allora dovete sapere che la regina vecchia non è molto abile al volo perché è probabile che non voli da tempo. Le Regina quindi farà un volo un po’ corto e andrà a poggiarsi non troppo lontano dal vecchio alveare, spesso su un ramo.
Dove si posa la regina si posano tutte le altre e fanno il grappolo di sciamatura.

Prima tappa per la Regina.
In questo posto le api si fermano per uno o due giorni.
Dopodiché, siccome spesso non si tratta di posti adatti per nido, le api esploratrici cercano un luogo più consono come un tronco cavo, la fessura di un muro, o il cassonetto di una tapparella.
Attenti perché a volte non disdegnano neanche una bella macchina con il finestrino abbassato, come in questa foto. Trovato un luogo che loro pensano sicuro, le esploratrici rientrano al grappolo e, con la famosa danza delle api, comunicano alla regina le coordinate esatte della nuova casa.
La regina quindi parte e tutte le api dietro di lei verso il luogo in cui, in pochi giorni costruiscono i primi favi di cera e ricominciano la loro solita vita, con la raccolta del nettare e del polline, etc etc.

Come si recupera uno sciame?
Se abbiamo accertato se si tratta di api o di vespe ci si può accordare sulla data e le modalità del ritiro. Ovviamente non è detto che il primo apicoltore che chiamate sia disponibile, potrebbe non avere tempo, potrebbe essere troppo distante o potrebbe semplicemente avere scelto di non occuparsi di questo genere di cose.
Nel nostro caso, spesso riceviamo cosi tante chiamate che non ci è possibile accontentare tutti, quindi ogni tanto diamo il contatto di altri apicoltori della zona che conosciamo bene e che crediamo se ne potrebbero occupare.
L’apicoltore mi chiede un rimborso, perchè?
È giusto pagare per questo serivizio?
Alcune persone si sorprendono quando gli apicoltori chiedono un rimborso per venire a ritirare le api perché credono di fare loro un favore in quanto è cosa nota che
un alveare di api in buone condizioni può costare anche 100€.
Ecco però, un alveare in buone condizioni. Dovete sapere che uno sciame tirato a forza fuori da una tapparella, difficilmente sarà in buone condizioni. La regina potrebbe non pervenire, le api potrebbero essere deboli e quindi cagionevoli, peggio ancora potrebbero essere gravemente malate e quindi, oltre alla normale quarantena obbligatoria bisognerebbe occuparsi delle cure, che in ambito di apicoltura Biologica poi sono ancora più costose e impegnative.

Tempo e passione per le api.
È il nome di una pagina facebook dedicata al settore apistico.
Ed è azzeccatissima perchè il tempo è la nostra grande risorsa. È vero, le api fanno il miele ma l’apicoltore non è che sta proprio li a girarsi i pollici, anzi, spesso vive cosi in simbiosi con i ritmi e le necessità dei propri insetti che non riesce a godersi un panorama senza cercare di scorgere se il ciliegio è finalmente in fiore.
L’apicoltore dedica moltissimo tempo alle sue api, ed è quello, insieme all’esperienza e alla cura, che aiuta veramente le api a fare un buon miele.
Recuperare uno sciame non è sempre una cosa da un oretta, anzi, spesso ce ne vogliono molte di più.
Ci vuole il tempo di andare e tornare, a volte in due tranche (perché a volte bisogna aspettare che sia sera perché le api rientrino tutte nell’arnia). Ci vogliono gli strumenti, che non sono solo la tuta dell’apicoltore, a volte ci vogliono scale lunghissime, a volte bisogna buttare giù un pezzo di muro, bisogna smontare tapparelle, stare in equilibrio su balconi traballanti, arrampicarsi sugli alberi.
Spesso bisogna farne di tutti i colori e spesso anche in situazioni abbastanza pericolose, infatti a Giacomo piace moltissimo; quello che gli piace meno è togliere preziosissime ore di lavoro alle sue amate api, e su questo possiamo sicuramente parlare a nome di tutti gli apicoltori.
Ecco perchè, da apicoltori, crediamo sia giusto chiedere un rimborso per il ritiro di uno sciame.

“Toglieteci tutto ma non le NOSTRE API.”
L’apicoltore in fondo è un allevatore, anche se un po’ speciale.
È vero, non alleva animali singoli, non da un nome ad ognuno, ma questo non significhi che non ci dedichi cura e tempo, che non ci si affezioni, che non sia orgoglioso dei loro successi.
Provate a dire ad un apicoltore o ad un’apicoltrice che un ape vale l’altra. Vedrete che risate.
Ci sono 20.000 tipi di api nel mondo
(non tutte producono il miele) ma vi assicuriamo per esperienza diretta che le api del Nepal non sono uguali a quelle Italiane, ma senza andare lontano, neanche le api bulgare sono come quelle Italiane!
E se si parla di regine poi è ancora tutto un’altro discorso. Discorso che però vi consigliamo di approfondire con il nostro ARTICOLO DEDICATO.

Di chi sono le api nel mio giardino?
Uno sciame può spostarsi a 2 o 3 km di distanza ma non molto di più.
Quante famiglie di api sciamano ad un apicoltore ogni anno?
Dipende da tantissimi fattori, dalle annate, dal raccolto, dal meteo, dipende se lasci che le regine diventino vecchie e da tantissimi altri elementi.
Potrebbero sciamarne nessuna oppure anche 30, dipende anche da quante arnie allevi, ma soprattutto da quanto sei bravo.
Gli apicoltori con esperienza possono subire delle sciamature certo ma spesso sono sciamature controllate, per cui non se ne vanno a spasso.
Nelle annate di sciamature grosse veniamo chiamati più volte al giorno, per settimane, fortunatamente non sono quasi mai le nostre!

Articolo molto interessante. io pratico l’agricoltura sinergica e mi sto interessando a un piccolo nido che delle api hanno fatto in una piccola crepa nel muro muro a circa 3 m da terra. Non riesco a guardare quanto spazio possano avere ma credo poco. Stamattina facevano l’aria condizionata all’ingresso del nido come ho appreso qui. Ho scoperto inoltre che questi tipi di alloggiamenti – nei muri – possono creare problemi di salute non solo alle api presenti nel buco – diciamo – ma anche a tutta la comunità territoriale. Adesso dispongo di due numeri per il recupero dello sciame ma mi chiedo, e vi chiedo: cosa succederebbe se nn intervenissi affatto, lo sciame finirà prestissimo lo spazio e deciderà di evacuare da solo (magari un alloggio temporaneo ) o c’è il rischio di creare problemi alle altre comunità (preciso che a me non ne danno) qualora decidessero di restare li e ri-sciamare mandando in giro api “malate”? Peggio ancora sarebbe se morissero lì dentro. Sono sicuro di procedere con il recupero ma chiedevo per sapere – eventualmente – di un epilogo naturale della cosa. non posso realizzare foto cn cell perchè la situazione è talmente piccola e distante da terra, le ho scoperte notando il viavai di api. Grazie per l’articolo e l’eventuale risposta.